1. La felicità delle sorelle Bennet_Capitolo 4

    AvatarBy memarybo il 11 Oct. 2014
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    Capitolo 4

    Il signor Bennet si alzò di controvoglia dalla sua comoda seduta e uscì nel giardino retrostante Longbourn-house portandosi dietro la lettera con uno di quei gesti che vengono spontanei, giacché ne aveva compreso appieno tutto il significato e le conseguenze.
    La signora Bennet, ancora alle prese con i capricci e le lagnanze della piccola Lydia, guardando attraverso la vetrata del salottino, lo vide.
    «Il signor Bennet… in giardino… a quest’ora?»
    E subito si allarmò.
    «Mamam» protestò Lydia che avrebbe voluto trattenerla, ma la signora Bennet già era scattata verso il giardino con quei passetti corti e affrettati che la rendevano ancora fascinosamente graziosa nonostante avesse da qualche giorno compiuto il suo quarantacinquesimo genetliaco.
    «Signor Bennet… Signor Bennet…» cinguettò. L’uomo cortesemente si voltò e attese che la moglie lo raggiungesse.
    «Ebbene, mia cara, sembra che il nostro compito di assicurare un agevole e dignitoso futuro alle nostre figlie non sia esaurito.»
    La donna lo osservò perplessa trovando quella frase sorprendentemente sconclusionata.
    «Signor Bennet vi siete affaticato troppo in questo ultimo periodo.»
    Il signor Bennet che conosceva la poca attitudine ad ascoltare della signora Bennet, rinunciò a qualsivoglia spiegazione e le passò la lettera e attese, rassegnato, l’immancabile ondata di protesta che avrebbe seguito la lettura.
    «Non è possibile signor Bennet… Tu ti opporrai, ti opporrai sicuramente a questa ingiusta richiesta.»
    «Mia cara, l’ingiusta richiesta riguarda una fanciulla della stessa età di Elisabeth e che si chiama Elisabeth anche lei, una fanciulla che, senza la nostra caritatevole accoglienza, finirà dama di compagna di qualche anziana Lady o, peggio ancora, a vivere della carità di qualche più lontano parente… E non mancherà lo scandalo quando si saprà che una cugina delle signore Bingley, Darcy e Devron vive in sì fatta povertà?!»
    A no, questo la signora Bennet non poteva certo permetterlo.
    «E sia signor Bennet, fate come credete che sia giusto, ma io sono profondamente contraria alla logica di una famiglia che costringe i suoi componenti ad una gara su chi avrà il primo erede di sesso maschile e consegna un’orfana ad un tutore che, dopo averla derubata del tutto, l’abbandona alla sua disgraziata condizione!»
    «Mia cara prendila come una sfida: avrai un’altra figlia da sistemare! Non è quello che forse ti è piaciuto di più della tua condizione di madre?!»
    La signora Bennet si sentì lusingata dalle parole del marito. Sì certo, non era lei forse la madre di cinque figlie senza dote che aveva trasformato la sua sfortuna in un incredibile trionfo?
    Con un cenno affrettato del capo si accomiatò dal marito e inorgoglita e sorridente rientrò in casa.

    Lydia, appena la signora Bennet aveva raggiunto il signor Bennet in giardino, aveva ordinato all’anziana governante di riportare il piattino con i biscotti, se lo era piazz...

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    Last Post by memarybo il 11 Oct. 2014
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  2. La felicità delle sorelle Bennet_Capitolo 3

    AvatarBy memarybo il 4 Oct. 2014
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    Capitolo 3

    L’unica delle sorelle Bennet che regolarmente si presentava a Longbourn-house era Lydia, vuoi perchè aveva preteso di continuare a occupare il cottage di Netherfield Park anche quando i signori Bingley lo avevano lasciato per rientrare a Londra, sia perché il capitano Wickham perdonato per le sue innumerevoli goliardie era stato reintegrato nell’esercito e aveva raggiunto il reggimento e il comando assegnatogli.
    Lydia arrivava sempre facendo sfoggio dell’ultimo abito che aveva commissionato e a bordo della carrozza che aveva preteso che fosse acquistata dal marito, con corollario di cocchiere e tre paggetti in livrea rossa ed oro. Non badava a spese e sarti, tappezzieri, orafi entravano ed uscivano in continuazione dall’elegante cottage di Netherfield Park. Del resto aveva poco più di sedici anni e le era riconosciuta tutta l’indulgenza che le spettava sia per la sua giovane età che per la sua infelice condizione di donna.
    Scese dalla carrozza come il vento e lasciò che i lunghi nastri di seta azzurra del cappellino sfiorassero il volto della signora Wilkinson quando si incrociarono sul vialetto di accesso scambiandosi un saluto formale, inchinando appena il capo l’una verso l’altra.
    «O che noiosa, mamam.» Protestò Lydia entrando nel salottino e sprofondando nella poltrona mentre si toglieva guanti e cappellino gettandoli, quasi, tra le mani della vecchia governante, «Come fai a sopportare quella donna?»
    «O cara, ancora un abito nuovo?!» cinguettò con tono di rimprovero la signora Bennet notando lo splendido abito di mussola azzurra indossato dalla figlia.
    Lydia si servì il the e si lamentò con la madre di quanto fosse faticoso stare dietro alla moda, ai sarti e ai loro assurdi conti, di quanto tutti avessero premura di presentare conti su conti e pretendessero anche che fossero saldati al più presto. Di quanto fosse scomodo alloggiare nel cottage di Netherfield Park per il quale, a dir il vero, il signor Bingley non pretendeva l’affitto, ma rimaneva pur sempre piccolo e scomodo, solo dieci stanze, tutte su un unico piano e a stretto contatto con la servitù.
    «E poi, il signor Wickham», lamentò mettendo il broncio come una bambina «pretende di controllare i conti e pensa si possa sopravvivere con solo 700 sterline di rendita l’anno!»
    La signora Bennet sorrise con indulgenza per l’inesperienza della giovane figlia e si mosse per la stanza come un pavone pronto ad esibire la coda in una stupefacente ruota, lieta che il suo ruolo di madre non si fosse esaurito con il matrimonio delle sue figlie. Spiegò alla piccola Lydia che non bisognava mai pagare i conti troppo presto e senza segnalare qualche negligenza altrimenti si sarebbe potuto pensare che loro erano pienamente soddisfatte, «e le persone di rango non sono mai pienamente soddisfatte!»
    Ma neanche far attendere troppo i creditori, avrebbero potuto sospettare che non ci fosse sufficiente patrimonio a garantire il tenore di vita dei committenti...

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    Last Post by memarybo il 4 Oct. 2014
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  3. La felicità delle sorelle Bennet_Capitolo 2

    AvatarBy memarybo il 28 Aug. 2014
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    Capitolo 2

    A differenza della signora Bennet completamente presa a ricordare, alla buona società di Meryton,la sua inaspettata fortuna per il matrimonio delle sue sventurate figlie che nulla potevano sperare a causa della mancanza di una dote adeguata, il signor Bennet aveva continuato a godere dell’esclusiva compagnia dei suoi rari libri passando, gran parte della giornata, chiuso nella Biblioteca di Longbourn-house.
    Come ogni gentiluomo di buon senso considerava il matrimonio un dovere al quale non potersi sottrarre se si aveva a cuore il proprio nome e la vita coniugale un impiccio al quale adattarsi con rassegnata sopportazione. Ma non essendo il primogenito e non avendo alcun obbligo nei confronti del proprio nome aveva deciso molto presto che, se mai avesse ceduto alla sconsiderata idea di prendere moglie, questo non sarebbe avvenuto prima del compimento del trentesimo anno di età. Della stessa opinione non doveva essere stato suo fratello maggiore, al quale spettavano l’onere e l’onore di preservare nome e patrimonio, perché aveva avuto la sconsiderata e intempestiva ventura di morire prima ancora di prendere moglie e suo padre, che andava lagnando da sempre di essere sul punto di morte senza però decidersi a morire, lo aveva costretto a cambiare i propri convincimenti.
    I Bennet anche se appartenevano alla buona società di Meryton, in fondo solo un villaggio di campagna senza troppa storia alle spalle nel quale avevano esercitato da sempre la professione di avvocato, potevano contare su una piccola rendita, per la regione era sufficientemente dignitosa, che veniva però da una proprietà, Longbourn house, da sempre contesa tra loro, i Gardiner, cugini che avevano in comune con la famiglia della signora Bennet, e i Collins.
    I tre rami di una stessa famiglia avevano avuto origine da tre sorelle il cui padre aveva deciso, contro una equa ripartizione della piccola proprietà che non avrebbe accontentato nessuna di loro ma neanche scontentate del tutto, che questa andasse a chi avesse generato per primo un erede maschio e così per tutte le generazione a venire. La vecchia signora Bennet era stata la più sollecita, ciò però non aveva risolto il problema che adesso si ripresentava con la nuova generazione e con l’handicap che i Bennet, questa volta, non avevano generato che femmine. Così la proprietà sarebbe passata ai Collins che avevano vinto, per così dire, la mano generando per primi un maschio, quel flaccido e noioso reverendo che aveva finito per sposare Charlotte Lucas dopo essere stato rifiutato a malo modo dalla signorina Elisabeth Bennet.
    Ma per essere più pignoli, ormai la partita si giocava esclusivamente tra i Bennet e i Collins anche perché i Gardiner, che avevano da sempre dimostrato un particolare talento nello scegliersi mogli di alto rango o con notevoli rendite, se ne erano da tempo tirati fuori elegantemente e con notevole distacco continuando a sposare patrimoni al di sopra di ogni aspettativa. Anche il signo...

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    Last Post by memarybo il 28 Aug. 2014
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  4. La felicità delle sorelle Bennet_Capitolo 1

    La signora Bennet di Longbourn-house, nello Hertfordshire, non poteva che congratularsi con se stessa, era merito suo, infatti, se nel giro di un anno tutte le sue cinque figlie avevano felicemente trovato marito. Certo per quanto riguardava Lydia e Lizzy, forse, qualcuno avrebbe potuto obiettare che non era stata lei la fautrice di quelle unioni, ma questo era una dettaglio di poco conto.
    Cinque figlie che non avrebbero potuto contare su una gran rendita, sposate, e così la signora Bennet era passata dall’essere compatita e commiserata per le sue gravi disgrazie, all’essere invidiata ed ammirata per la sua inaspettata fortuna. E lei ne era consapevole al punto di aver trasformato i suoi the del giovedì, in una occasione ulteriore per raccontare le vicende, più o meno note, del suo successo sottacendo, però, con grande accortezza, quei particolari che potevano essere motivo di biasimo. Così, mai, un accenno avrebbe potuto fare alla poco accorta e disgraziata fuga di Lydia con il signor Wickham, né, tanto meno, all’increscioso rifiuto di Lizzy alla proposta del cugino, il reverendo Collins, fino a gettarlo letteralmente tra le braccia di Charlotte Lucas. Certo, poi Lizzy aveva fatto capitolare l’antipatico, altezzoso, superbo signor Darcy, 10.000 sterline di rendita annua, ma al momento che aveva contrapposto il suo diniego categorico alle 700 sterline annue del cugino Collins, non conosceva ancora cosa il futuro avrebbe avuto in serbo per lei.
    La signora Bennet continuava a mantenere il punto sul matrimonio della signorina Elisabeth dal quale, secondo lei, non ne poteva venire nulla di buono. Lizzy e il signor Darcy appartenevano, per nascita, patrimonio, titoli e rango sociale, a due mondi lontani e non bisognava sfidare il buon senso e le convenzioni se si voleva continuare a far vita di società. La signora Bennet era tanto ferma nelle sue convinzioni rispetto alla scelta della sua secondogenita, quanto fiera per quello che considerava il suo capolavoro: il matrimonio delle signorine Kitty e Mary. E di questo non si stancava di relazionare le signore di Meryton invitate al the del giovedì.
    «Fu il giorno dopo quello dell’inattesa proposta di matrimonio del signor Darcy, che la carrozza del signor Devron ruppe l’asse proprio dinanzi all’ingresso al nostro giardino.»
    La signora Bennet si interruppe per servire alla signora Wilkinson, una vedova che tanto aveva decantato la sua natura, accorta e tempestiva, per l’essere riuscita a trovare marito a due figlie le quali avrebbero goduto di una rendita annua di sole 900 sterline.
    La signora Wilkinson rimase con la tazza a mezz’aria umettandosi le labbra come può fare un bambino in attesa di una leccornia. «Ed è stato allora che voi l’avete accolto in casa?» Cercò di incalzare.
    La signora Bennet si aggiustò il volant dell’abito e scacciò con lentezza una ciocca di capelli dal volto, poi, però, il desiderio di elogiarsi per la propria insuperabile abilità di madre nell’assicurare un fut...

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    Last Post by memarybo il 22 Aug. 2014
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  5. La felicità delle sorelle Bennet_Breve premessa

    Il romanzo a puntate, molto in voga tra la fine dell ‘Ottocento e i primi cinquanta anni del Novecento, si è rigenerato sul web con i blog novel o blook, che sono una ottima palestra di scrittura e/o un modo rilassante per diffondere le proprie creazioni letterarie.

    In particolare, mi sono divertita a immaginare un seguito di Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, del quale ricorrono i duecento anni dalla pubblicazione. Una avventura ancora in corso da vivere insieme a tutti coloro che incroceranno questo blog novel.


    Buona lettura

    Edited by memarybo - 16/8/2014, 10:16
    Last Post by memarybo il 16 Aug. 2014
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