Capitolo 4Il signor Bennet si alzò di controvoglia dalla sua comoda seduta e uscì nel giardino retrostante Longbourn-house portandosi dietro la lettera con uno di quei gesti che vengono spontanei, giacché ne aveva compreso appieno tutto il significato e le conseguenze.
La signora Bennet, ancora alle prese con i capricci e le lagnanze della piccola Lydia, guardando attraverso la vetrata del salottino, lo vide.
«Il signor Bennet… in giardino… a quest’ora?»
E subito si allarmò.
«Mamam» protestò Lydia che avrebbe voluto trattenerla, ma la signora Bennet già era scattata verso il giardino con quei passetti corti e affrettati che la rendevano ancora fascinosamente graziosa nonostante avesse da qualche giorno compiuto il suo quarantacinquesimo genetliaco.
«Signor Bennet… Signor Bennet…» cinguettò. L’uomo cortesemente si voltò e attese che la moglie lo raggiungesse.
«Ebbene, mia cara, sembra che il nostro compito di assicurare un agevole e dignitoso futuro alle nostre figlie non sia esaurito.»
La donna lo osservò perplessa trovando quella frase sorprendentemente sconclusionata.
«Signor Bennet vi siete affaticato troppo in questo ultimo periodo.»
Il signor Bennet che conosceva la poca attitudine ad ascoltare della signora Bennet, rinunciò a qualsivoglia spiegazione e le passò la lettera e attese, rassegnato, l’immancabile ondata di protesta che avrebbe seguito la lettura.
«Non è possibile signor Bennet… Tu ti opporrai, ti opporrai sicuramente a questa ingiusta richiesta.»
«Mia cara, l’ingiusta richiesta riguarda una fanciulla della stessa età di Elisabeth e che si chiama Elisabeth anche lei, una fanciulla che, senza la nostra caritatevole accoglienza, finirà dama di compagna di qualche anziana Lady o, peggio ancora, a vivere della carità di qualche più lontano parente… E non mancherà lo scandalo quando si saprà che una cugina delle signore Bingley, Darcy e Devron vive in sì fatta povertà?!»
A no, questo la signora Bennet non poteva certo permetterlo.
«E sia signor Bennet, fate come credete che sia giusto, ma io sono profondamente contraria alla logica di una famiglia che costringe i suoi componenti ad una gara su chi avrà il primo erede di sesso maschile e consegna un’orfana ad un tutore che, dopo averla derubata del tutto, l’abbandona alla sua disgraziata condizione!»
«Mia cara prendila come una sfida: avrai un’altra figlia da sistemare! Non è quello che forse ti è piaciuto di più della tua condizione di madre?!»
La signora Bennet si sentì lusingata dalle parole del marito. Sì certo, non era lei forse la madre di cinque figlie senza dote che aveva trasformato la sua sfortuna in un incredibile trionfo?
Con un cenno affrettato del capo si accomiatò dal marito e inorgoglita e sorridente rientrò in casa.
Lydia, appena la signora Bennet aveva raggiunto il signor Bennet in giardino, aveva ordinato all’anziana governante di riportare il piattino con i biscotti, se lo era piazz...
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